Savona | LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO

Esiste un grande valore dei gesti

... a partire dal segno di pace

I segni della Liturgia -letti- dal punto di vista dell’esperienza personale. Una riflessione sul valore della celebrazione

di Antonio Rossello

Il clero
Il clero

Il grande valore dei gesti, a partire dal segno di pace

Oggi la mancanza di sacerdoti non ci fa gioire, ma riflettere e pregare per le vocazioni sacerdotali e religiose. La presenza di laici ben preparati ed impegnati è una vera grazia del Signore.

La mia esperienza in campo liturgico mi porta ad affermare che nella celebrazione della Messa vi sono segni e significati che spesso si fanno per abitudine, mentre sarebbe bello scoprire il loro valore. Per esempio la frase -vado a sentire la messa- ci porta fuori luogo, mentre sarebbe più corretto -vado a celebrare la S. Messa-.

Nella celebrazione eucaristica, infatti, vi è il sacerdote che presiede l’assemblea in virtù del suo sacerdozio ministeriale, mentre noi tutti vi partecipiamo in forza al nostro sacerdozio battesimale. Con il battesimo siamo stati trasformati in cristo re, profeti e sacerdoti, poiché celebriamo la Messa tutti insieme, formando un solo corpo: il corpo mistico di Cristo.

La liturgia ci ricorda che nel celebrare siamo tutti membri di un solo corpo, ma quale comunione possiamo fare con Dio e con i fratelli, se a volte diventa difficile scambiarci anche il segno di pace?

Ritengo che per amare bisogna conoscerci e conoscerci per amarci.

Vorrei rispolverare la bellezza della messa.

Vorrei partire proprio dal presbiterio e di quanto esso contiene. Ogni oggetto ha la sua funzione e il suo nome, ma tutti questi si raccolgono in un’unica parola: sacri. Infatti, da nuovi, prima di essere messi a servizio, compresi i paramenti e gli oggetti che usa il celebrante, vanno benedetti. Per questo una prossima volta cercherò di spiegare l’utilizzo e la bellezza di ogni oggetto sacro.

Ma che cos’è per me la santa Messa? Impegnare il mio tempo libero per il Signore; infatti spesso mi capita che la mia messa inizi proprio quando questa finisce, per recuperare quei momenti contemplativi -persi- non per colpa mia, ma per il mio impegno nel presbiterio sia come accolito che ministro della Comunione.

Una ragazza ebrea di 26 anni, di nome Etty Hillsum, chiusa nel campo di concentramento di Auschwitz nel suo diario del 1941-43 scriveva -una volta che cominci a camminare con Dio, la vita diventa una lunga e meravigliosa passeggiata-.

Vincenzo Punzo

Savona, 14 maggio 2020

Mercoledì 7 ottobre 2020