nvisibilità sociale e cortocircuito normativo nell’analisi di Alex Honneth

Il paradosso dell’intermissus e

le tre sfere del riconoscimento

Nell’epoca dell’inclusione formale, l’intermissus è il soggetto che agisce per amore, giustizia e merito, ma finisce intrappolato in una spirale di invisibilità sociale e mancato riconoscimento

di Antonio Rossello

Intermissus
Intermissus

Analizzando la figura dell’intermissus attraverso la lente della teoria del riconoscimento di Alex Honneth, emerge un paradosso tanto sottile quanto deflagrante: il soggetto intermissus si muove con atti genuinamente orientati a realizzare valori normativi condivisi, ma finisce sistematicamente in un cortocircuito relazionale e sociale.

Secondo Honneth, la vita etica dell’individuo si struttura su tre sfere di riconoscimento:

  1. Le relazioni primarie, in cui si afferma il principio dell’amore;

  2. Le relazioni giuridiche, fondate sull’eguaglianza dei diritti;

  3. La sfera della stima sociale, legata al merito, alla solidarietà e alla realizzazione del Sé.

L’intermissus, soggetto formalmente incluso ma operativamente marginalizzato, vive una tensione irrisolta all’interno di ciascuna sfera. Nella sfera affettiva, cerca legami autentici ma resta fuori dalle dinamiche di intimità e cura. In quella giuridica, si appella a principi di giustizia che lo contemplano solo formalmente. Nella sfera della stima, la sua azione appare irrilevante, sebbene animata da un forte impulso partecipativo.

Tale soggetto pretende – spesso inconsciamente – un surplus di validità del proprio agire, come se il suo impegno compensasse strutturalmente la marginalità subita. Ma questo slancio genera frustrazione: il sistema non restituisce riscontro, e le energie relazionali si esauriscono in una spirale di sfinimento.

Il risultato è una forma di misconoscimento paradossale: l’intermissus non viene escluso, bensì reso invisibile. Non si tratta di un rifiuto esplicito, ma di un silenzioso oblio sociale. E tale invisibilità, più del conflitto o dell’abbandono, genera una sofferenza profonda: quella di un’identità che lotta per esistere nei codici simbolici del riconoscimento, ma viene intercettata solo come rumore di fondo, mai come parola piena.

In fondo, l’intermissus è l’emblema di una modernità che include formalmente ma ignora affettivamente, che riconosce a parole ma non vede nella pratica, che esige produttività ma non attribuisce significato. E forse proprio per questo la sua figura ci interroga con urgenza crescente, come un specchio muto delle contraddizioni del nostro tempo.

Venerdì 11 luglio 2025