Savona | COMUNICATO ANVDG
Domenica 10 febbraio, l'Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia invita i savonesi alla S. Messa celebrata dal Vescovo di Savona nella Cappella di N.S.della Neve, in via S. Maria Maggiore, alle ore 17 e alle 18 alla cerimonia in P. zza Mameli
di Redazione
10 Febbraio: -Giorno del Ricordo-
Dobbiamo assumerci la responsabilità di aver negato la verità per pregiudizi ideologici.
La frase è di Giorgio Napolitano.
Dopo un oblio durato quasi sessant'anni, con la legge 30 marzo 2004 n. 92, è stato istituito il Giorno del Ricordo per onorare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra-. La data prescelta, il 10 febbraio, ricorda il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia.
Attorno agli avvenimenti legati al confine orientale dell'Italia si sono consumate storie drammatiche. In due momenti, dopo l'8 settembre 1943 e poi nel 1945, a guerra finita, i partigiani di Tito attuarono nelle terre giuliane e dalmate atroci violenze, per vendicare l'italianizzazione forzata delle popolazioni slave attuata dal fascismo nel periodo tra le due guerre mondiali, e sperimentarono una feroce pulizia etnica con un chiaro intento annessionistico: migliaia furono le vittime, calcolate tra i morti in campi di lavoro e di concentramento jugoslavi e quelle uccise brutalmente e poi gettate nelle foibe, gli inghiottitoi carsici di cui la regione è ricchissima. Talvolta in quei profondi pozzi naturali si finiva ancora vivi, trascinati dal peso dei compagni uccisi a cui si era legati col filo di ferro, aspettando la morte dopo ore o giorni di agonia. Tra gli infoibati vi fu anche la giovane universitaria Norma Cossetto sulla cui storia è stato girato il film -Rosso Istria-. Nelle località costiere si ricorreva spesso all'annegamento: i condannati, legati con filo di ferro e adeguatamente zavorrati, venivano gettati in mare. In questo modo trovarono la morte i coniugi Luxardo, industriali del noto Maraschino di Zara.
Il tema storico delle foibe è ancora oggi controverso: si discute se gli eccidi mirassero a eliminare gli italiani in quanto tali o perché oppositori sia all'annessione della Venezia Giulia e dell'Istria alla Jugoslavia, sia alla sottomissione ad un dispotico sistema comunista. Sopravvivono anche tesi negazioniste, nonostante le testimonianze dirette ed indirette e le conclusioni di numerosi storici.
Oltre alle vittime delle foibe, il Giorno del Ricordo è dedicato agli esuli giuliano-dalmati: il timore delle violenze, il desiderio di restare italiani e di fuggire da un regime totalitario costrinsero la maggior parte della popolazione di lingua italiana di quelle terre a lasciare la regione. Almeno 300.000 furono i profughi, costretti ad abbandonare tutti i loro averi e ad affrontare un futuro incerto e una accoglienza spesso viziata dalle accuse di essere fascisti in fuga.
Domenica 10 febbraio, l'Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia (ANVGD), invita i savonesi a unirsi al ricordo delle vittime e degli esuli con la S. Messa celebrata dal Vescovo di Savona nella Cappella di Nostra Signora della Neve, in via Santa Maria Maggiore, alle ore 17 e alle 18 con la cerimonia in Piazza Mameli, alla presenza del sindaco e di altre autorità. Dopo il Silenzio fuori ordinanza, verrà deposta una corona al Monumento ai Caduti. Seguiranno i rintocchi della campana e il -Và pensiero... -, il coro verdiano cantato dagli esuli di Pola mentre si imbarcavano sulla nave -Toscana- abbandonando per sempre la loro terra, intonato dalla Corale Alpina Savonese.
Venerdì 8 febbraio 2019