Savona | LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO
Tutti i miei scritti rappresentano un memoriale per la mia famiglia, oggi ho anche il piacere di condividerli con tutti voi amici lettori di Reteluna Savona
di Vincenzo Punzo
L’ «ARTE» DELLO SCRIVERE
Tutti i miei scritti rappresentano un memoriale per la mia famiglia, oggi ho anche il piacere di condividerli con tutti voi amici lettori di Reteluna Savona. Uno degli obiettivi nello scrivere è quello di rendere più leggere alcune riflessioni rispetto alla realtà, spesso opaca, che offre la vita, come se tutto fosse solo un sogno, o un sogno che diventa realtà. Ma è proprio la condivisione che ci rende più liberi e - come il fuoco, tradotto in amore - è difficile da spegnere.
Vorrei condividere la mia esperienza sull’importanza di leggere e scrivere. In questi anni ho potuto sperimentare tale passione che fa da collante e antiruggine per il nostro cervello, stimolando sentimenti e fantasia.
Sin dai tempi antichi il linguaggio letterario veniva interpretato dalla storia dell’arte, con i suoi colori, con gli oggetti e i soggetti e dall’architettura, ancora oggi le nostre città d’arte ci parlano da sole, interpretando anche la storia dei popoli. Piano piano siamo arrivati ad un linguaggio letterario più comune: quello della carta stampata; la libertà di stampa era un optional, tutto veniva filtrato secondo il potere territoriale, ma finalmente si arriva nell’anno 1848.
In quell’anno lo Statuto Albertino codifica per la prima volta in Italia la libertà di stampa come uno dei diritti fondamentali che uno stato democratico riconosce ai propri cittadini. Un diritto confermato e perfezionato nell’articolo 21 della nostra Costituzione repubblicana Nel lodevole immaginario dei nostri padri, la libertà di stampa intendeva essere un servizio efficace e affidabile, frutto di un libero confronto di idee, che portasse all’elevazione culturale civile e sociale della collettività nazionale.
E con tali principi siamo cresciuti, dialogando attraverso una sana comunicazione e accompagnati dal calore di un buon libro, sulla nostra scrivania non mancavano mai carta e penna.
Ritengo che scrivere e leggere per me sia sempre stata una sfida, mi ha permesso di entrare in relazione con l’altro, come faceva, ad esempio, il postino del paese, che era visto come un mito e un messaggero, non sempre purtroppo di buone notizie. In un tempo rapido, l’evoluzione della comunicazione ci ha colto di sorpresa; credo che venga da domandarci se sia educativo far sparire dalla nostra scrivania carta e penna ed il calore di possedere un buon libro. Oggi tutto viene affidato ad una scatola vuota, il computer, con voce robotizzata, fredda e anonima, senza parlare delle nuove tecnologie, esse ti permettono in pochi secondi di essere collegato col mondo intero, ma è come se vivessimo fuori dal mondo.
Io vi sto ancora scrivendo con carta e penna, questo mi permette di essere già in relazione: è il mio cuore che vi sta parlando. E che dire della compagnia di un buon libro che anche dopo averlo letto rimarrà sempre un amico... anche un pò geloso... E non trovando le parole giuste per definire quanto ho sperimentato fino ad oggi, faccio mio un pensiero di Sant’Ignazio di Loyola, dopo il suo radicale cambio di rotta a seguito della lettura della vita di Cristo e di alcuni santi: -È la prova che il libro lavora in profondità-.
Se dicessi di aver concluso questo mio pensiero direi una bugia: ho aperto solo una porta … ♥ … non vi svelo quale, ma insieme possiamo continuare nella condivisione di: pensieri, sentimenti, emozioni e passioni.
Sull’importanza della comunicazione un pensiero di Papa Francesco che ci esorta ad essere, noi cristiani, i primi media capaci di verità e di un annuncio efficace di bene. Una notizia falsa è sempre -cattiva-, perché intacca la relazione tra le persone, violando la dignità delle stesse e talvolta di interi popoli. Il cristiano invece non scinde mai il vero dal bene, proprio come ha fatto Gesù di Nazareth, che afferma: la verità vi farà liberi.
Martedì 28 maggio 2019