Savona | LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO

Con qualche mese di ritardo...

«Bilancio di fine anno 2018»...

Con qualche mese di ritardo... ma sempre attuale... Trattasi di argomenti di varia natura che richiedono tempo ed energia, come per le altre 75 lettere di questi anni, quest’ultima non posso definirla la più bella, toglierei merito a tutte le altre

di Vincenzo Punzo

Tempo di bilanci
Tempo di bilanci

Con qualche mese di ritardo... ma sempre attuale

Vorrei iniziare questo nuovo anno scrivendo la mia prima lettera del 2019.

Trattasi di argomenti di varia natura che richiedono tempo ed energia, come per le altre 75 lettere di questi anni, quest’ultima non posso definirla la più bella, toglierei merito a tutte le altre. Come da consuetudine ad ogni fine anno è bene tirare le somme, per una verifica dell’anno trascorso e per capire con quali obiettivi e promesse ci apprestiamo ad accogliere il nuovo anno; ma quello che vige è l’invito a guardare avanti ed infondere entusiasmo, in quanto la vita è un dono e come tale va vissuta, con la consapevolezza che il nostro compito va ben oltre la speranza con rinnovato spirito da veri uomini.

Credo sia d’obbligo fare cenno non solo all’anno appena conclusosi, ma anche agli altri anni trascorsi. I miei sono solo i primi 70… vissuti con alti e bassi, ma ognuno di essi ha contribuito a raggiungere quegli obiettivi prefissati anni prima, tutti conformi nel lasciarmi una longevità tutta da scoprire! !!

È però del mio primo anno che vorrei parlarvi, come più volte raccontatomi dalla mia famiglia. Nasco all’inizio del 1948, ultimo di una famiglia numerosa, fin dal primi giorni di vita la situazione si presentava difficile e delicata in quanto non avevo il latte materno per nutrirmi e anche la ricerca di una balia risultava difficile; come ultima spiaggia c’era la speranza di cercare la lupa che allevò i fratellini Romolo e Remo, ma anch’essa senza latte… Ma se la provvidenza scende dal cielo… questa volta è scesa copiosa dal seno della signora Rosa, nostra vicina di casa, con amore e gentilezza si offrì di dividere le poppate tra me e sua figlia Anna anche lei neofita.

Quel latte della signora Rosa, oltre ad essere provvidenziale per me, si rivelò anche miracoloso … da piccolo che ero, subito giovanotto ed adolescente e non ancora diciottenne ero già cresciuto abbastanza tanto che la mia città mi stava molto stretta; volevo sperimentare nuove avventure altrove, dove tutto ha un costo: sogni, libertà, amore per la famiglia, ma vale comunque la pena viverle. Come primo anno di vita si presentava più che bene, come quelli che si sono succeduti nel proseguo della mia esistenza.

Il pensiero di una verifica di fine anno ci porta a fare un bilancio economico, personale e familiare ecc. Ma il confronto dal sentirsi realizzato va ben oltre le cifre, infatti da oltre 30 anni ho inserito nel mio bilancio di fine anno alcune parole che mi aiutano: ricchezza, povertà, miseria. Per quest’ultima non ci sono neanche condizioni per commentarla, ma la parola povertà, quella costruita dalla ricchezza, ci rende schiavi come la miseria. Al riguardo ci sarebbe molto da dire e per tale motivo mi sono fatto aiutare da due piccole altre parole: la parola «sì» e la parola «no». Quest’ultima spesso mi ha liberato da impegni e sacrifici dandomi una falsa libertà, e ancora oggi non ho la consapevolezza di cosa mi sono perso. Ogni qualvolta invece che ho pronunciato la parola «sì» ho avuto la certezza di quanto si sia rivelata feconda per me e per quanti ho incontrato sul mio cammino.

Quindi un bilancio di fine anno che si rispetti non è fatto solo di cifre o con l’inserimento di alcune parole chiave tanto da sentirsi realizzati, la vera ricchezza siamo noi stessi e faccio mio un pensiero di un poeta irlandese:

 -Noi possiamo anche salire su un albero e scrivere una bella poesia, ma non possiamo costruire l’albero; per questo siamo invitati a fare solo la nostra parte. Forse è l’unica che ci riesce bene, se lo vogliamo-.

Vincenzo Punzo 

Martedì 4 giugno 2019