Varazze | SCENA ARTISTICA
Il Cimitero Monumentale di Varazze rappresenta un patrimonio comune di memorie, valori e identità per tutti i cittadini; è lo specchio, a volte anche curioso, del gusto e dei costumi di un'epoca...
di Antonio Rossello
Il Cimitero Monumentale di Varazze rappresenta un patrimonio comune di memorie, valori e identità per tutti i cittadini; è lo specchio, a volte anche curioso, del gusto e dei costumi di un'epoca, custodisce le spoglie di personaggi importanti per la propria maturità culturale e le opere di noti scultori. Pertanto, occorre assolutamente valorizzarlo per renderlo sempre più un orgoglio per l’intera comunità e, perché no, meta turistica per ospiti italiani e stranieri che frequentano la bella Città dell’estremo levante savonese.
Ciò premesso, occorre obiettivamente evidenziare che, anche se la responsabilità primaria per la valorizzazione del patrimonio artistico del Cimitero Monumentale di Varazze, è di competenza dell’amministrazione comunale, l’impegno e la collaborazione del locale associazionismo e comuni cittadini è un dovere morale, in primo luogo verso la Città, ma, soprattutto, condizione indispensabile per la positiva conclusione del progetto.
Un progetto che dovrebbe si registrare un’attenta analisi, valutazione ed iniziative mirate alla conservazione da parte dell’amministrazione comunale, ma, sensibilizzare e coinvolgere anche il Volontariato con un programma di collaborazione ai fini: - della manutenzione del patrimonio abbandonato; - nella raccolta fondi per i necessari restauri; studio e ricerca sugli artisti e opere presenti; - promozione della sua conoscenza; - organizzazione di visite guidate.
La riflessione di cui sopra, oltre alle tante altre segnalazioni pervenutaci, è la naturale conseguenza all’articolo inviatoci dal nostro collaboratore e noto giornalista, scrittore, storico e poeta Mario Traversi, scritto dopo aver visitato il cimitero e notato il degrado in cui versava la cappella con un’opera di pregevole fattura dell’artista genovese Federico Fabiani: ’angelo della morte o del dolore .
Alla riflessione, è seguito un diretto interessamento per sperimentare la validità delle considerazioni e proposte fatte; ebbene, è bastato poco per ottenere un Volontario intervento di veloce pulizia della cappella in oggetto, come le immagini allegate di prima e dopo, dimostrano.
Cosa dire? Grazie a Mario per la segnalazione, all’Assessore Ambrogio Giusto per l’analisi che vorrà riservare alla proposta, alle Associazioni e cittadini che vorranno rendersi disponibili alla collaborazione con l’amministrazione comunale.
Di seguito l’articolo inviatoci dal Mario Traversi.
«Ormai gli artistici monumenti funebri che davano fama e prestigio al Cimitero Monumentale di Varazze (come tale è classificato) sono rimasti in pochi. Le Cappelle ottocentesche e del primo novecento sono rimaste senza evidenti eredi che possano accudirli e molte statue e fregi sono caduti sotto l'incalzare del tempo, lasciando vuoti ormai incolmabili.
Fra tanta desolante abbandono ne rimane però ancora uno, forse il più bello di tutti, si tratta dell'Angelo del dolore (o della morte), una bellissima statua opera dell'artista Federico Fabiani, che la scolpì a Genova e che attira tuttora i visitatori, soprattutto stranieri, attratti dal suo fine e armonioso fascino, non privo di una certa composta sensualità.
Si trova al centro della galleria di destra, piano terra, che si diparte dall'ingresso principale, in una cappella di chiara impronta patrizia, circondata purtroppo da rifiuti di fiori appassiti chissà da quanti anni, sporcizia varia, che fa risaltare viepiù la statua, miracolosamente ancora intatta nel biancore leggermente smorzato del marmo.
Per fortuna, il lodevole lavoro degli Scout dell'Oratorio di Varazze che ogni anno, per la ricorrenza dei Defunti, si incaricano di dare dignità alle tombe abbandonate del Cimitero, su iniziativa del compianto loro fondatore Ing. Carlo Nocelli, sicuramente non tralasceranno l'Angelo del Dolore, nel... dolore dell'abbandono, lui che ha affascinato generazioni di varazzini, stupiti della sua candida e ammonitrice bellezza.
Ma ciò che il volontariato opera e del quale Varazze è debitrice, non basta certamente a ridare splendore a questa e ad altre opere d'arte che collocano il Cimitero Urbano di Varazze tra i più artisticamente belli della Liguria.
Pensiamoci. Anche questa è storia patria e fa parte del nostro DNA. I marmi parlano e portano la voce degli antenati, del loro lavoro, della loro sensibile arte e ci indicano ancora e sempre la via del bello che non deve morire mai.»
Per approfondire:
Federico Fabiani è nato ad Alessandria il 28/11/1835 da Pietro, commerciante, e da Rosa Olivieri, ma visse ed operò come scultore prevalentemente a Genova, dove è morto il 20.01.1914.
Allievo di Varni all'Accademia Ligustica, dopo dieci anni di trascorsi sotto le armi vinse, nel 1865, il concorso per il Monumento Gambini a Staglieno. Le opere realizzate da Fabiani nel cimitero genovese dall'inizio degli anni Settanta segnano una prima apertura verso un intimismo di carattere tardo-romantico, non privo di tangenze con la cultura preraffaellita, e introducono nuovi schemi compositivi e nuove tematiche che incrinano progressivamente i modelli del realismo borghese, senza però ancora soppiantarli del tutto: tra queste si ricordano la Tomba Castello (1872), la Tomba Rocco Piaggio (1876) e la Tomba Parpaglioni (1884). Questi tre monumenti - che raffigurano, con schemi compositivi diversi, il tema dell'accompagnamento dell'anima - incontrarono un vastissimo successo anche al di fuori dell'Italia Sue opere si trovano in vari cimiteri italiani (Napoli, Sampierdarena, Varazze, Nuoro): repliche autografe e non si trovano infatti in molti cimiteri sia d'Europa che dell'America del Sud (Inghilterra, Norvegia, Perù, Venezuela, Argentina).
A lato l’immagine dell'angelo dell'Apocalisse di Federico Fabiani - Cimitero Monumentale di Staglieno - Genova.
Giovedì 24 ottobre 2019