Questa battaglia venne combattuta il 18 settembre 1860, vicino ad Ancona. Il Regio esercito marciò nelle Marche al comando del generale Fanti. Era formato da due corpi: uno comandato dal generale Della Rocca; l'altro dal generale Cialdini
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Il generale Cialdini |
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Artigliere |
Contributo con testo ed immagini ricevuto da Igor Belansky, illustratore, aderente all’Associazione Italiana Combattenti Interalleati (AICI) – Federazione provinciale di Savona
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Alfiere e tamburino |
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Associazione Italiana Combattenti Interalleati (AICI) – Federazione provinciale di Savona |
Questa battaglia venne combattuta il 18 settembre 1860, vicino ad Ancona.
Il Regio esercito marciò nelle Marche al comando del generale Fanti. Era formato da due corpi: uno comandato dal generale Della Rocca; l'altro dal generale Cialdini.
Fu proprio Cialdini, giunto nei pressi di Ancona a dirigere lo scontro con l'esercito pontificio al comando del generale Lamoricière. Gli italiani ebbero il vantaggio di una netta superiorità numerica. Vantaggio che sfruttarono al massimo.
Dopo un primo iniziale successo dei pontifici, Cialdini rintuzzò l'attacco nemico e passò all'offensiva. Grazie alla superiorità numerica riuscì ad accerchiare il nemico chiudendolo in una sacca e annientandolo.
Il Regio esercito ebbe circa 260 tra morti e feriti contro i circa 490 morti e feriti tra i pontifici che lasciarono in mano italiana un gran numero di prigionieri.
La battaglia di Castelfidardo fu una delle più brillanti vittorie italiane della storia del nostro esercito, eppure è caduta nel dimenticatoio. Questo breve testo vorrebbe cercare di ricordarla.
Igor Belansky