Savona | LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO
Il presepe (o presepio) deriva dal termine latino praesepe cioè greppia, mangiatoia, il presepe è una rappresentazione ricca di simboli, alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico
di Vincenzo Punzo
Segni e simboli della liturgia
Il PRESEPE
Il presepe (o presepio) deriva dal termine latino praesepe cioè greppia, mangiatoia, il presepe è una rappresentazione ricca di simboli, alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico; sono riconducibili al racconto di Luca, la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo. Chi sono i genitori di Gesù: il padre Giuseppe originario dell’Egitto faceva il falegname, Maria, sua madre, di Nazaret faceva la casalinga e si occupava anche del gregge di famiglia. La nascita di Gesù è avvolta sia nel mistero divino che umano ed è proprio quest’ultimo che ci porta alla sua prima dimora terrena. Siamo a Betlem, in una stalla, una mangiatoia e diversi animali.
Il presepe in Italia si differenzia da regione a regione. Quello napoletano aggiunge alla scena molti personaggi popolari, commercianti, osterie, case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici.
Il primo presepe a Napoli viene menzionato in un documento nella Chiesa di S. Maria di Amalfi del 1025. Secondo varie fonti già nel 1324 esisteva una cappella del presepe di casa D’Alaghi, ma la tradizione prevalentemente italiana risale all’epoca di S. Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della natività, ma è opportuno per correttezza sottolineare che la rappresentazione preparata da S. Francesco, non si può ancora considerare un presepe come noi attualmente lo intendiamo. Infatti mancano i protagonisti principali: la Vergine Maria, S. Giuseppe e Gesù Bambino. Nella grotta dove era stata allestita la rappresentazione erano solo presenti due animali veri al lato di una mangiatoia sulla quale era stata deposta della paglia.
Sull’argomento è ritornato qualche anno fa Papa Ratzinger nel suo ultimo libro in cui afferma che nel Vangelo non si parla di animali e che quindi il bue e l’asino non erano nella stalla.
Nelle chiese la presenza del presepe risale alla metà del Settecento, mentre solo all’inizio del Novecento è arrivato negli appartamenti borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, e resiste fino ai giorni nostri.
Fanno parte del presepe i re Magi, quelli che che conosciamo sono Malkon, Gaspar e Balthasar con i loro doni: oro, incenso e mirra; ma in effetti da un decreto papale di Leone I Magno oscillavano fra i due e i dodici, questi tre erano sacerdoti sapienti di origine persiana.
Non è stato difficile raccontare in sintesi la storia e il mistero della natività attraverso l’immagine e la cultura dei presepi del mondo, partendo proprio da Betlem ed arrivando ad Assisi e con i presepi delle nostre case.
La luci del presepio, come quelle dell’albero di Natale, le insegne luminose delle strade e dei negozi si accendono il 13 dicembre, in questa data la chiesa fa memoria di Santa Lucia, la storia della Santa risale al V sec. Il nome Lucia vuol dire luce del mondo.
Le luci del presepe si spengono il 12 gennaio, festa del battesimo di Gesù. Il battesimo di Gesù è un’azione di penitenza mentre il nostro battesimo è un’azione creativa.
Vincenzo Punzo
Savona, 28 ottobre 2019
Martedì 10 dicembre 2019