di Antonio Rossello
Dopo i casi dell’illustratore Igor Belansky, del maestro dell’Informale Ivan Cuvato e del talentuoso pittore emergente Giovanni Gronchi Herrera, sulla scena ligure due artiste si collocano nuovamente sul fronte dell’affermazione di un concetto, la «sociatria» (ossia «la cura della società»), attraverso il quale l’arte può generare una via di verità, alimentando la mente, rieducare o, quantomeno, scongiurare la crescente e pericolosa carenza di pensiero, oltre che tendere ad avvicinare la persona alla virtù, sino a ritrovare in senso un più ampio un rispetto dell’umanità. Più in generale, l’attenzione è posta verso l'apertura ad una visione culturale ampia, dove possibili intersezioni fra gli ambiti morale, artistico, economico, educativo, giuridico, religioso…, se da una parte spronano l’individuo alla risoluzione del contrasto di turno, dall’altra schiudono un percorso di crescita.
In tal senso, gran parte delle opere esposte dalla scultrice Gabriella Oliva e dalla ceramista Barbara Brunettini nella mostra «Commistioni», attualmente in corso a Celle Ligure, non sfuggono alla specifica intenzione di rappresentare, in chiave storica ed attuale, il ruolo femminile nella società, dunque le conquiste ottenute, ma anche i fallimenti e le privazioni subite ancor oggi da donne sospese fra femminismo e tradizionalismo, fra indipendenza e bisogno di sicurezze materiali e sentimentali, fra bisogno di dolcezza e aggressività.
Emerge quindi un universo più che mai confuso e inquieto nel mondo, e soprattutto nel nostro Paese. Troppe le violenze e gli abusi, l’immagine maschilista di «donna oggetto» e il successo solo di un tipo di donna bella, maliziosa e spregiudicata a scapito di persone intelligenti e fantasiose ma troppo timide, poco piacenti e moralmente serie e spesso molto derise dalla gente e ignorate dalla società.
Ma solo la bellezza deve contare e la cosiddetta parità per quali criteri passa? Qual è il ruolo del femminile nell’arte? Se non ci porremo questi interrogativi ardui, tremendamente ardui, saremo nuovamente condannati ad insensate reiterazione del pregiudizio.
Con questo articolo, preferisco non avventurarmi su un terreno tanto impervio quanto la critica d’arte, per occuparmi piuttosto della provocazione che ci rivolgono Gabriella e Barbara nell’atto di farsi immortalare, insieme ad alcune loro realizzazioni, nella luce soffusa che investe il suggestivo proscenio della sede che ospita l’evento. Si tratta di due pose fotografiche che restituiscono significanti talora poco esplorati, e a mio parere importanti, secondo la commistione di due distinte prospettive.
Nella prima di esse, Gabriella Oliva esplora la dimensione sociale del rapporto uomo-donna, spesso molto tormentato che contraddistingue la realtà di tutti noi.
La vediamo, infatti, autorevolmente seduta sulla sontuosa poltrona rossa, che simboleggia la conquista di un ruolo non più marginale e, a lungo rivendicato, nella vita pubblica. Un colore, l'arancione, segno di vitalità, veste questa sua espressione di dignità riaffermata, che si lascia definitamente alle spalle reminiscenze talora contradditorie di uno ieri eterno, qui rappresentato dalla vetustà del muro rivestito in pietra e del manufatto di vaga memoria. Accompagnandosi alle sculture – eleganti silhouette femminili che danzano e si muovono liberamente-, mira a creare la composizione scenica in cui risiede gran parte della forza di questa immagine.
Barbara Brunettini approccia, invece, la quotidianità di amiche, matrimoni, flirt, delle conquiste ai due di picche, ma anche madri, sorelle, nonne, laddove, visto il grande ruolo dei sentimenti, nessun uomo può alienarsi dal confronto col lato femminile del mondo.
Lo zoom restringe la medesima scena, quasi a informare il campo più intimo delle relazioni personali. L’espressione del volto dell’artista incarna indifferenza e si estranea dalla figurazione di volto di uomo, con cappello e pipa – tradizionali orpelli di una mascolinità ormai vacillante e disorienta -, che si spersonalizza, riducendo una natura noiosita e ottusità al sembiante multicolore di un cavolo cappuccio. Tuttavia, siccome il cartello recita in francese: -Ceci n’est pas une tête de chou- (Questa non è una testa di cavolo), per lei un amore fallito o perduto non significa ancora disillusione o mancanza di speranza?
Ecco il modo con cui le due artiste - di cui riporto i profili biografici unitamente al programma della mostra - si sono offerte all’obiettivo, alludendo al complesso mondo di sogno, attrazione, ispirazione che le donne spesso hanno evocato attraverso gli scatti più iconici di celebri fotografi e tanti sarebbero gli esempi.
GABRIELLA OLIVA nasce Genova. Si avvicina al mondo dell'arte tardi, per caso viene a contatto con la scultura e subito sente che soddisfa il suo vissuto interiore. Quindi con impegno e metodologia inizia un percorso che la porta a creare opere che vanno dal classico al contemporaneo il cui elemento dominante è la figura femminile. La donna è al centro dell'universo dell'artista che però non svela quanto di positivo o negativo ci sia in questo mondo che osserva. Nell'ultimo periodo Gabriella si avvicina alla pittura dove la presenza femminile scompare e il suo mondo si apre alla ricerca di una sua identità. I materiali usati sono pregiati come l'onice pakistano e il marmo rosa del Portogallo ma, utilizza anche materiale di riciclo che viene impiegato anche nella pittura. Una sua opera («Dark Lady») è stata inserita nel testo di estetica «Il Neo Esistenzialismo» scritto dalla dott.ssa Mattea Micello, critica e storica dell'arte, ed è la copertina del romanzo «Il destino è più veloce della mente» di Antonio Rossello. È curatrice artistica Associazione Centro XXV Aprile e A.I.C.I.di Savona.
BARBARA BRUNETTINI nasce a Nizza Monferrato da famiglia canellese nel 1975. Ha frequentato il Liceo Pedagogico presso l’Istituto Nostra signora delle Grazie dove inizia a frequentare i corsi di pittura su ceramica interni all’istituto a Nizza Monferrato. Ha poi lavorato diversi anni nelle scuole della zona come insegnante. Ha conseguito attestati artistici presso Hobbyceram di Milano e la Bottega delle Ceramiche di Bosconero. È diplomata presso la Scuola di Fumetto di Asti. Frequenta attualmente l’Accademia di Belle arti di Novara ACME con indirizzo Pittura. Dal 2007 gestisce con il marito Stefano Sibona IL SEGNALIBRO s.n.c., libreria, cartoleria ed edicola con annessa una sala laboratorio artistico in cui passano ragazzi e adulti con l’hobby della pittura. Gestisce regolarmente laboratori di pittura a secondo e terzo fuoco con l’utilizzo di diverse tecniche. È organizzatrice del concorso artistico FUOCO E COLORE che dal 2010 si svolge sul territorio coinvolgendo numerosi artisti da tutta Italia e che ha una sezione specifica Ceramiche e Porcellane. È socia fondatrice dal 2018 dell’Associazione C.I.A (Comics Illustrations and Arts) dedita alle arti visive. Nel 2017, 2018, 2019 sale sul podio al Concorso Internazionale delle Arti del Fuoco Italia Show nella sezione Bijoux. Ad agosto 2021 apre con Stefano Sibona la -Galleria d’arte Contemporanea Fuoco e Colore- a Canelli.
COMMISTIONI
Mostra personale della scultrice Gabriella Oliva in collaborazione con la ceramista Barbara Brunettini Da sabato 4 a domenica 12 settembre 2021 dalle 18.30 alle 20 e dalle 21 alle 22.30 Biblioteca Civica Pietro Costa Lungomare Carlo Russo 1 Celle Ligure (SV)
Mercoledì 8 settembre 2021
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