di Antonio Rossello
C’è un presente che è appena ieri, cancellato dalla fuga incontrovertibile del tempo. Ci sono personaggi straordinari la cui storia, sia pur recente, resta patrimonio di chi l’ha conosciuta, vissuta, assaporata. Ci sono luoghi di luci e ombre, addormentati ma pronti a risvegliarsi come la natura che li domina. C’è una cultura contadina che, come un capolavoro di minimalismo, anela a ritrovare il suo tipico pulsare di idee e di energie soffocato dalla modernità. Una simbiosi tra l’uomo e la sua terra, un amore a prima vista, un legame indissolubile.
Ecco la partitura di una storia intrecciata, un fil rouge, tra impegno amministrativo e passione artistica e intellettuale, nell’amalgama di due anime dell’Acquese, la colta e la popolare, che, come sindaco di Orsara Bormida (AL), dal 2009 al 2014, ha inseguito e talora colto.
In questa stagione pandemica, a restituirci, nella sua completezza di cinquanta anni, l’esperienza in campo figurativo, paesaggistico e ritrattistico di Giuseppe Ricci detto «Beppe», allievo di Gigi Morbelli, non sono più le mostre ma il suo sito internet ufficiale, che mantiene intatto lo spirito di una collezione privata, eterogenea, formata sul gusto e sulle frequentazioni del sindaco-pittore, scandita su segmenti dedicati a distinti temi e tecniche.
L’illustratore Igor Belansky lo ritrae in una tavola a china, che a pieno ne restituisce i tratti di talento multiforme, poetico ed egocentrico, torrenziale e impossibile da contenere e ingabbiare dentro generi ed etichette, capace di ottenere successi di critica, premi e riconoscimenti di prestigio, nel corso di una carriera costellata di numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero.
Ricci raccoglie con cura certosina le sue realizzazioni, non ha mai pensato all’arte come valore venale. Gli piace continuare a vedere le sue opere in privato, tra le mura di casa, specie in questo momento della sua vita, in cui, causa la situazione contingente, non può spostarsi per l'Acquese come era solito.
Idealmente, però, non ha smesso di abbracciare le valli Bormida ed Erro dal suo studio di Orsara Bormida, scatenando la sua ispirazione con nuovi quadri, soprattutto acquerelli. E ne ha dipinti molti, traendo spunto da fotografie.
La sua più recente dedizione si è rivolta a ritrarre sindaci del suo territorio, non citabili tutti per limiti di spazio, e un novero non esiguo di persone stimate del mondo civile, ma non solo. Ulteriore ispirazione, scorci caratteristici di paesi e di luoghi naturali, a cui è passato davanti molte volte, come ricorda con nostalgia.
E fa omaggio delle sue pitture ai soggetti immortalati e alle comunità. L’intenzione è quella di essere riconoscente verso chi, come lui, si è prodigato distinguendosi in ambito civile e sociale, come pure di valorizzare le tradizioni locali. È un modo unico e genuino per esser più vicino a tutti. Un messaggio di amor patrio e fratellanza universale ai tempi del coronavirus, verso il quale sui social network in molti hanno condiviso la propria gratitudine.
Venerdì 14 maggio 2021
© Riproduzione riservata
871 visualizzazioni