di Vincenzo Punzo
Vivere all’insegna dell’ottimismo rientra in una delle tre virtù teologali: fede, carità, speranza. Proprio dalla speranza nasce quella forza che permette di fidarsi di qualcosa o di qualcuno, di cercare anche una spalla amica dove appoggiare la testa, ma al cuore non la si può raccontare. Esso ha bisogno di più sicurezza, che l’uomo non può garantire, in quanto tutto è basato sulle proprie forze e per certo aspetti quella sicurezza diventa una pura caccia al tesoro, viaggiando e barcollando nel buio pesto fin quando l’uomo non si pone la fatidica domanda: perché sono a questo mondo?
Sappiamo che risposte precise vengono solo dalla matematica, allora poniamoci domande meno teologiche e più leggere.
Per esempio:
1) Perchè dopo un temporale ci appare l’arcobaleno?
2) Perché in una notte senza luna anche le stelle sono più splendenti?
3) Perché poniamo attenzione alle richieste di aiuto di un compagno di cordata o di un naufrago?
4) Perché sentiamo le avvisaglie di un immediato pericolo?
Credo che i verbi sopra menzionati, come vedere, sentire, ascoltare facciano parte di noi e piano piano ci permettano di trovare anche la risposta del perché della nostra esistenza e tutto diventa linfa che alimenta il nostro ottimismo tramutato in speranza.
L’uomo da preda diventa predatore delle virtù insigni nella fede, carità e speranza, e nello stesso tempo vive da ottimista, anche quando le cose non vanno secondo i piani.
L’uomo che vive il buonumore è una persona saggia.
Vincenzo Punzo
Savona, 19 maggio 2020
Mercoledì 9 settembre 2020
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