di Antonio Rossello
Celebrato a Varazze il Primo Maggio - Festa del Lavoro -
La città di Varazze ha così celebrato il Primo Maggio 2019, Festa del Lavoro e dei Lavoratori:
- Ore 9,00 Rappresentanza alla lapide di via Milano dedicata ai due operai caduti sul lavoro e deposizione di una corona.
- Ore 9,45 Raduno davanti al Palazzo comunale delle Rappresentanze del Lavoro e delle Autorità Civili e Militari.
- Ore 10,00 Alzabandiera in Piazza De Gasperi – deposizione di una corona in memoria dei dispersi in mare.
- Ore 10,15 Corteo da via Campana fino a piazza Caduti sul Lavoro e deposizione di una corona al monumento loro dedicato. Al saluto del sindaco Avv. Alessandro Bozzano e la commemorazione del rappresentante dell’A.N.M.I.L.(Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro) della Provincia di Savona, Consigliere De Falco Rita.
- Ore 11,00 – Il corteo è rientrato e sciolto percorrendo le vie San Nazario, Coda, Cairoli, S. Ambrogio, Malocello, Viale Nazioni Unite.
Ha prestato servizio la Banda Musicale -Cardinal Cagliero-, orgoglio della città di Varazze.
Alla cerimonia, stante anche l’attuale situazione economica e dell’occupazione in cui versa l’Italia (in Europa solo la Grecia ha un tasso di occupazione peggiore), con i giovani sottoccupati o precari in aumento, ci aspettavamo una maggiore partecipazione. La crescente insicurezza per il lavoro, diventato il problema cruciale del nostro tempo, meritava attenzione e una più condivisa e partecipata solidarietà nei confronti di chi malamente è costretto a convivere con una degradante situazione: la mancanza di un lavoro e di un reddito. Quest’anno è successo, ma siamo sicuri che per il Primo Maggio del prossimo anno, la Comunità varazzina saprà come organizzarsi per non farsi trovare impreparata.
Dal 1947 il Primo Maggio, la Festa del Lavoro e dei Lavoratori, è ufficialmente festa nazionale italiana, ma purtroppo, non ancora in tutti i Paesi del Mondo: -una giornata dedicata al ricordo dell’impegno del movimento sindacale e ai traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori- certamente, ma che soprattutto, deve essere di sprono e monito al Potere Politico, quello che nelle Istituzioni ricopre tale incarico, affinché quanto sancito dai primi articoli della nostra Carta Costituzionale venga perseguito con tenacia e determinazione.
Se «creare lavoro è un dovere», occorre adoperarsi e agire con impegno per dare concretezza a tale primaria necessità, evitando così che sani ed inalienabili principi, stabiliti dai Padri Costituenti, siano solo vuote parole e labili concetti.
Il Primo Maggio è la festa di tutti, nessuno escluso. Ogni cittadino deve avere il diritto e l’obbligo di lavorare e produrre reddito. Il sussidio, lo si chiami come meglio aggrada, deve essere qualcosa di eccezionale e come tale gestito con grande saggezza ed oculata attenzione.
Ed ecco alcuni attuali concetti bene espressi dal Presidente Mattarella in occasione del Primo Maggio 2019, che di seguito riportiamo all’attenzione di chi segue il nostro impegno di volontariato sociale al servizio della Comunità: «Senza lavoro rimane incompiuto il diritto stesso di cittadinanza, la dignità dell’individuo ne rimane mortificata, la solidarietà sociale e la stessa possibilità di sviluppo della società ne rimangono compromesse.» E ancora: «La nostra Carta Costituzionale riconosce il lavoro come bene sociale e impone alle istituzioni, a tutti i livelli, di compiere ogni sforzo per ampliare le opportunità occupazionali.»
-Il lavoro è dignità-, come dice Sua Santità Papa Francesco, e serve il contributo e il dialogo di tutti per risolvere i problemi che oggi affliggono numerosi paesi ed intere Comunità. Senza lavoro non può esserci dignità, pace e progresso.
Il Primo Maggio 2019 non è stata vissuta da tutti come una festa. Troppi nostri concittadini sono senza lavoro o in procinto di perderlo, per loro si è trattato di un’altra giornata di lotta, di preoccupazione e sofferenza. A tutti loro deve essere rivolto il nostro pensiero e sostegno. Non lasciamoli soli a lottare a difesa di un diritto sancito dall’umano buon senso, ancora prima che dalla Carta Costituzionale.
Se «senza lavoro non può esserci dignità», è l’intera comunità a subirne le conseguenze, con scosse che possono spingersi fin nel profondo delle sue fondamenta. Evirate che ciò accada è un primario e specifico compito delle forze e coalizioni politiche che governano il Paese. A loro giungano forte e chiare le grida di dolore di chi non può più contare sul reddito di un onesto lavoro!
Venerdì 3 maggio 2019
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