di Vincenzo Punzo
I PRIMI EFFETTI DELLA QUARANTENA
Il tempo intercorso nei primi mesi del 2020, fra epidemia, quarantena, pandemia, è stato caratterizzato da tanta paura per il covid 19, per la scienza coronavirus, che ha causato moltissimi danni fisici, morali ed economici e non promette nulla di buono.
Se guardiamo alle epidemie del passato ognuna di esse ha lasciato, gradualmente, motivi di riflessione. Infatti, c’è una saggezza popolare che ci insegna che la fretta è cattiva consigliera e ancora il fumettista argentino Quino diceva: -Fermate il mondo, voglio scendere-.
Purtroppo, c’è stata questa brutta frenata, il mondo si è fermato e ci siamo ritrovati in un’immensa foresta e come in sogno rapiti da un inatteso ospite, disorientati, indifesi, con tanta paura, dolore e segregati in casa.
L’uomo però si è sempre distinto per il suo spirito di adattamento e di sopravvivenza, per migliorare la propria vita, spesso facendo leva anche sulla solidarietà, come è accaduto durante questa pandemia di cui ormai si intravede la luce in fondo al tunnel.
Con il mio ottimismo mi piace pensare e quelli che sono stati gli effetti positivi della quarantena, che ognuno, per diversa tipologia di vita e di fascia anagrafica e sociale ha vissuto in modo diverso, una cosa però accomuna tutti, quella di aver scoperto la bellezza della lentezza della vita.
E proprio la frase: Io oggi sto a casa, vista come forma di punizione sia dal cielo che dalla terra, si è invece rivelata proficua nel farci riflettere che la famiglia è l’unica ragione di vita e nel darci la consapevolezza di aver sprecato fino ad oggi tanta grazia di Dio.
L’uomo può sempre ripartire dai suoi limiti e tutto sarà meglio di prima, usando libertà e spazio nel rispetto e nel bene di tutti.
La quarantena ci ha uniti in tutto, fra le tante cose che ci accomunano ne cito due in particolare: riflessioni ed azioni. Riflessioni: come quella di aver riscoperto tante cose belle come lo stare in famiglia, azioni: come per esempio una telefonata ad un amico che si è rivelata un importante segno di affetto.
Già in tempi non sospetti (ma pur sempre difficili) molti hanno riposto fiducia in noi, i volontari del sommerso, neanche la pandemia, pur rischiando, ci ha fermati … è proprio vero che al cuor non si comanda.
E che dire della mia quarantena vissuta in modo diverso… ho impegnato il tempo nel mio giardino in cui ogni giorno mi inventavo nuovi lavori, tenendo però fede ai miei hobby: scrivere, leggere e costruire sculture in legno grezzo. Poteva, invece, andare meglio come aiuto cuoco, mia moglie con simpatia e affetto mi ha fatto capire che l’unica cosa che facevo bene era … rompere le uova … e ogni tanto mi invitava a montare la tenda da campeggio nel giardino di casa… naturalmente sempre per il mio bene!
Vincenzo Punzo
Savona, 10 giugno 2020
Mercoledì 8 luglio 2020
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