di Vincenzo Punzo
SIAMO TUTTI MIGRANTI
I migranti di ieri avevano una famiglia, una casa, mancava loro solo un pezzo di pane per il fabbisogno familiare e senza interessarsi dove sarebbero andati, partivano per un continente o un altro per trovare quel pezzo di pane.
L’emigrante di oggi ha tanta voglia di mettersi in gioco, confrontandosi con altre culture e professionalità, per arricchire il proprio curriculum e fronteggiare le chiamate di diversi mercati.
Poi c’è l’immigrazione di massa, rifugiati e profughi, tutte quelle persone che arrivano con i barconi sulle nostre coste. Comunque, vanno salvati ed accolti. L’Italia in tutto questo vanta il primato positivo nell’accogliere non solo i migranti. È da ricordare che all’inizio del XIX secolo, milioni di italiani sono stati accolti all’estero: in America, Argentina, Australia ecc. forse allora non c’erano muri e fili spinati che dividevano le persone in persone di serie A e di serie B. Inoltre, i nostri connazionali hanno interagito con professionalità, serietà e volontà tenendo ben alta la bandiera italiana.
Con gli anni tanti nostri connazionali, per varie necessità, hanno fatto rientro in patria, pensando anche di liberarsi di quel marchio che li etichettava come emigranti. La cosa buffa è che si sono ritrovati… emigranti nel loro paese… in quanto non c’era più niente di quando lo avevano lasciato. Una volta individuata la casa paterna e alcuni parenti che neanche conoscevano, dopo una breve visita al cimitero di famiglia ed una passeggiata in paese, diventava anche difficile un minimo dialogo con quei presunti paesani.
E allora viene da chiedere: qual è la mia terra? Quella che mi ha generato o quella che mi ha accolto? E a questo punto non rimane che aspettare il prossimo treno che ti porti via! !!
Grazie anche al ricordo di alcune canzoni come: La mia terra, Terra mia, Amare terra mia non mi è stato difficile descrivere alcune tipologie di immigrati in quanto anche io sono uno di loro, mi ritengo fortunato di non aver salpato per un altro continente per cercare un minimo di dignità economica, ma di aver girovagato in diverse regioni italiane e poi accolto in Liguria. Ma dopo 44 anni, per una vacanza ho fatto ritorno nella mia città natale (Napoli) ed è stato come rivivere un passato remoto e ritrovarmi bambino, ma la realtà era ben diversa, ero adulto e mi sono sentito emigrante nella mia città.
Vincenzo Punzo
Savona, 4 settembre 2019
Martedì 1 ottobre 2019
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